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Il colle
Compreso tra il Rio Rosso(1), che a settentrione scende da Est a Ovest e che ora è chiamato erroneamente rio Bosso, e tra il Rio Prampero che da Nord-Est scorre verso Sud-Ovest, il colle risulta un’altura naturalmente attrezzata per l’incastellamento, qualunque ne sia la causa (difesa, sviluppo, protezione, culto, igiene e sanità, etc.).
L’antropizzazione del colle avvenne in epoca romana, quando esso fu incluso nel percorso stradale che congiungeva Julium Carnicum (Zuglio) con Forum Julii (Cividale), percorso tuttora esistente.
Poi, in epoca tardo antica, la necessità di difesa dalle orde di popolazioni in transito verso Roma stimolò la costruzione di sbarramenti nelle valli e di un sistema di torri di avvistamento che presumibilmente includeva il colle quale indispensabile raccordo luminoso tra Artegna e Tarcento.
Il colle non ha tracce palesi del più importante passaggio storico dell’area centrocollinare cui appartiene, avvenuto nel 737 quando la diocesi di Julium Carnicum sotto i Longobardi venne annessa a quella di Aquileia, e Civitas Austriae, (il nuovo nome per Forum Julii) divenne sede del duca del Friuli, del re e del patriarca(2).
A prima del 1000 è riferibile la costruzione sul colle di un ricovero per cavalli, il cui muro settentrionale mostra una fila di buchi per alloggiare una tettoia di legno(3). L’intervallo regolare tra foro e foro è misurabile in piedi drusiani (m 0,333), in uso ai tempi di Carlo Magno(4).
Prima attestazione dell'aprile 1265:
“de uno colle sito in villa de Prampergo” (5)
(1) Archivio famigliare di Prampero, VI, 10.
(2) Paolo Diacono, Historia Langobardorum, VI, 51.
(3) S. Minguzzi, in Archeologia Medievale XXXIII, 2006 - Magnano in Riviera, Castello di Prampero, 2005, Università degli Studi di Udine.
(4) G. Ciotta, (a cura di) Vitruvio nella cultura architettonica antica, medievale e moderna, pp. 235 e 247, Genova 2003.
(5) A. di Prampero, Saggio di un Glossario Geografico Friulano dal V al XIII Secolo, Venezia 1882. |