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Il ruolo nella storia
Nel 1025 la cinta turrita fondata sul colle dell’Alto Friuli è un feudo concesso dal Patriarca di Aquileia Poppone ad un suo fido per lo sviluppo strategico ed economico dei possessi a lui affidati nell’ambito del rafforzamento del Sacro Romano Impero in Italia. Dalle torri si controllavano le strade sottostanti riscuotendo i pedaggi necessari alla manutenzione delle vie di comunicazione, e si sorvegliavano i lavori agricoli; la corte interna serviva per custodire utensili e prodotti.
Dopo che Corrado II concesse l’ereditarietà dei feudi minori (1037), il castello di Prampero e il colle appartennero all’omonimo ceppo famigliare articolato in più rami, una metà come bene patrimoniale, l'altra sotto il regime feudale.
La costruzione stessa del castello, ampliandosi, divenne residenza dei consortes e insieme quartier generale del giusdicente, cioè del maschio primogenito investito dal patriarca (e in seguito dal governo veneziano) del rinnovo del feudo. Tale assetto rimase fino alla soppressione dell’istituto giuridico del feudo da parte dello Stato italiano, applicata in Friuli nel 1867.
Fu allora che il castello e il colle furono acquistati dai fratelli Antonino e Ottaviano di Prampero, divenendo pertanto un bene privato della storica famiglia, con ininterrotta genealogia dalle origini. |